Il Blog del Dojo

Rapporto di protezione e collare di protezione

Introduzione

Abbiamo già esplorato in precedenza il significato dei collari e il valore della considerazione all’interno delle relazioni BDSM. Ora è il momento di addentrarci in una dimensione più specifica e meno conosciuta: quella del rapporto di protezione e del collare di protezione.

Nel BDSM, ogni legame è unico, codificato e personale. Per questo, anche quelle che possono sembrare “relazioni secondarie” o “fasi intermedie” meritano uno spazio dedicato di riflessione e comprensione. Il rapporto di protezione è una forma relazionale che unisce cura, ascolto e responsabilità senza necessariamente includere una componente erotica o di possesso.

È un legame che nasce dalla fiducia e dalla consapevolezza dei propri limiti, pensato per sostenere chi sta muovendo i primi passi nella scena o per offrire una guida emotiva e tecnica in momenti delicati della propria esplorazione.

Il collare che lo simboleggia non è un ornamento qualunque, né un segno di appartenenza: è il simbolo di un patto di tutela reciproca, visibile e rispettato dalla comunità, che dichiara pubblicamente: “Questa persona è accompagnata, ascoltata e difesa.”

Cos’è un Dominante Protettore?

Nel mondo del BDSM, dominare può assumere molte forme. Non sempre si tratta di guidare una scena o di instaurare un rapporto di possesso.
A volte, dominare significa proteggere.

Un Dominante Protettore è una figura che offre sostegno, guida e vigilanza a chi sta entrando nella scena BDSM o sta attraversando un momento delicato del proprio percorso. Non è necessariamente un partner di gioco né una figura erotica: è piuttosto qualcuno che mette la propria esperienza al servizio della sicurezza altrui.

Questa figura ha una buona reputazione all’interno della comunità, conosce le dinamiche e i rischi del mondo BDSM, è in grado di leggere le situazioni e aiutare a distinguere le persone affidabili da quelle potenzialmente dannose.

A volte, il Protettore ha un ruolo quasi “pubblico”: funge da filtro per richieste di gioco, accompagna nei primi eventi, affianca nei momenti di negoziazione, aiuta a riflettere sulle esperienze.

Altre volte, la protezione avviene tra Dominanti, quando una persona più esperta prende sotto la propria ala un Dom alle prime armi per insegnargli le basi del comportamento etico, della gestione della scena e del potere relazionale.

Proteggere non significa controllare: significa esserci, aiutare, prevenire.
È un gesto di responsabilità, non di possesso.

3. Cosa significa essere sotto protezione

Essere “sotto protezione” significa entrare in un patto di cura, accompagnamento e responsabilità condivisa con una persona più esperta, solida o semplicemente disponibile a offrire supporto.

Non si tratta di una relazione di possesso, né necessariamente erotica. È piuttosto una forma di mentoring pratico ed emotivo, pensata per aiutare chi si affaccia alla scena BDSM — o chi attraversa un momento fragile — a orientarsi con maggiore sicurezza.

La persona protetta riceve:

  • ascolto senza giudizio,
  • spiegazioni su dinamiche, linguaggi e codici della scena,
  • strumenti per negoziare in modo sicuro e consapevole,
  • supporto nella lettura delle situazioni (o dei segnali di rischio),
  • sostegno emotivo per affrontare paure, dubbi e desideri.

Il Protettore, dal canto suo, si impegna a:

  • rispettare i confini dell’altro,
  • non invadere lo spazio intimo o erotico,
  • educare senza imporre,
  • essere presente e accessibile.

In molti casi, il Protettore agisce anche come filtro: legge messaggi, affianca nei primi incontri, osserva da lontano e interviene solo se necessario.

Il collare di protezione, in questo contesto, assume un significato ben preciso:
non indica possesso, ma tutela. Comunica alla comunità che quella persona è accompagnata da qualcuno che veglia su di lei, e che qualsiasi approccio dovrebbe passare da un dialogo con chi la protegge.

La protezione non toglie libertà: crea spazio perché la libertà possa essere esplorata con maggiore sicurezza.

4. Le diverse forme di protezione nel BDSM

Nel contesto BDSM, il concetto di protezione può manifestarsi in modi molto diversi, a seconda della relazione, del contesto e delle esigenze delle persone coinvolte. Possiamo distinguere due forme principali:


Protezione come mentoring relazional

In questa configurazione, un Dominante esperto si prende cura di una persona sottomessa — spesso alle prime esperienze o in una fase vulnerabile — senza instaurare una dinamica erotica o di possesso.

Questa forma di protezione è molto comune nei contesti pubblici (community, munch, eventi) e si concretizza in attività come:

  • filtrare messaggi e proposte di gioco in arrivo,
  • aiutare nella negoziazione con nuovi partner,
  • accompagnare durante i primi eventi pubblici,
  • essere un punto di riferimento disponibile e stabile.

È una relazione orizzontale sul piano umano, verticale solo per esperienza.

Protezione come parte di una relazione M/s (Master/slave)

In altri casi, la protezione è interna a una relazione strutturata, attiva 24/7, dove il Master o Owner assume la piena responsabilità della crescita, sicurezza e cura dello slave.

In questo caso, il rapporto di protezione è anche un rapporto di potere: il Dominante decide come gestire i contatti esterni, le esperienze, l’educazione e la disponibilità del proprio sottomesso.

È una protezione totalizzante, ma sempre negoziata e basata sulla fiducia profonda.

Entrambe le forme sono valide e riconosciute nella comunità, ma vanno chiaramente distinte per evitare fraintendimenti.

Non tutte le relazioni BDSM includono una protezione formale.
Ma quando c’è bisogno di sostegno, è una risorsa potente, non un segno di debolezza.

A cosa serve la protezione, nella pratica?

Il rapporto di protezione non è solo una dichiarazione simbolica: è un insieme di azioni concrete, finalizzate a rendere l’esperienza BDSM più sicura, accessibile e serena per chi è più esposto a rischi o insicurezze.

Ecco alcuni esempi pratici delle attività che un Protettore può svolgere:

  • Monitoraggio delle comunicazioni: controllare insieme i messaggi e le richieste ricevute, aiutando a identificare chi è serio, chi è rispettoso e chi no.
  • Supporto nella negoziazione: affiancare la persona protetta nella definizione di limiti, desideri e aspettative con nuovi partner.
  • Presenza nei primi incontri pubblici o privati: restare nelle vicinanze durante eventi o scene iniziali, per offrire supporto in caso di disagio.
  • Confronto e riflessione post-scena: aiutare a elaborare ciò che è accaduto, offrendo una guida empatica e non giudicante.
  • Filtraggio di richieste: in alcuni casi, chi vuole interagire con la persona protetta dovrà prima confrontarsi con il Protettore.

Il Protettore non comanda. Non gestisce la sessualità altrui.
Offre strumenti, presenza, osservazione e — soprattutto — sicurezza.

Queste attività si modellano sui bisogni reali della persona protetta: non esiste un “manuale” unico, ma un ascolto continuo e personalizzato.

Quando e perché si può aver bisogno di un Protettore

La protezione non è una tappa obbligata nel percorso BDSM, ma può rivelarsi uno strumento prezioso in momenti specifici della propria evoluzione personale o relazionale.
Ecco alcune situazioni in cui avere un Protettore può fare la differenza:

Quando si è all’inizio

Chi è nuovo nella scena spesso ha curiosità, desideri, ma anche molte insicurezze. Un Protettore può aiutare a comprendere i codici della comunità, a riconoscere i segnali di warning nei partner ed ad imparare a negoziare con lucidità e consapevolezza.

Dopo una relazione difficileDopo una dinamica D/s finita male, o una rottura dolorosa, si può avere bisogno di rallentare e riorientarsi.

 Il Protettore offre uno spazio neutro, privo di pressione, dove riprendere fiducia e ristabilire i propri confini emotivi.

Quando si vuole un punto fermo

In alcuni casi, anche persone esperte chiedono protezione per non dover affrontare tutto da solə.
Un Protettore funge da specchio, da filtro e da sostegno in un momento di transizione.

Quando serve uno scudo

La semplice presenza di un Protettore può fungere da deterrente contro chi cerca di approfittarsi della fragilità o dell’inesperienza altrui.

Non c’è un tempo “giusto” per una protezione, né una durata predefinita.
Il rapporto di protezione inizia quando serve, e si conclude quando ha fatto il suo corso.

I pro e i contro del rapporto di protezione

Come ogni tipo di legame, anche il rapporto di protezione ha potenzialità e limiti. È fondamentale conoscerli per poter fare scelte consapevoli e rispettose di sé e degli altri.

VANTAGGI (Pro)

  • Supporto pratico e emotivo
    Un Protettore offre strumenti concreti, presenza e confronto. È una guida per orientarsi senza sentirsi solə.
  • Sicurezza nelle relazioni
    La protezione può scoraggiare approcci indesiderati, fungere da filtro e dare tempo per scegliere con lucidità.
  • Crescita personale
    Chi è stato sotto protezione racconta spesso di aver imparato a riconoscere i propri bisogni, esprimere limiti, gestire emozioni e desideri.
  • Prevenzione di dinamiche tossiche
    Un buon Protettore può aiutare a individuare segnali di abuso emotivo o manipolazione prima che diventino dannosi.

RISCHI E LIMITI (Contro)

  • Fraintendimenti di ruolo
    Se il Protettore non è chiaro nei confini, può generare aspettative di possesso, obbedienza o intimità non negoziate.
  • Possibili interferenze
    Un Protettore può, consapevolmente o meno, ostacolare nuove relazioni della persona protetta per motivi personali o di controllo.
  • Dipendenza emotiva
    Se la persona protetta si appoggia troppo, può sviluppare una dipendenza relazionale che impedisce la crescita autonoma.
  • Uso scorretto del ruolo
    In mani sbagliate, la posizione di Protettore può diventare un mezzo di manipolazione o potere non consensuale.

La chiave è la chiarezza iniziale: cosa si aspettano entrambe le parti?
Un rapporto di protezione sano è temporaneo, consensuale e rispettoso dei confini reciproci.

Il collare di protezione: significato e funzione

Nel mondo del BDSM, il collare è molto più di un accessorio: è un simbolo. E nel caso della protezione, lo è in modo ancora più preciso.

Il collare di protezione non rappresenta possesso, né subordinazione, né una relazione attiva D/s. È invece un segnale visibile di tutela: indica che la persona che lo indossa è accompagnata, guidata e sostenuta da un Protettore o una Protrettrice riconosciutə.

Cosa comunica il collare di protezione?

Che chi lo indossa non è disponibile per interazioni dirette senza previo contatto con chi lo protegge.
Che c’è una relazione di cura e vigilanza in corso, anche se non erotica né di gioco.
Che la persona sta attraversando una fase di transizione o di esplorazione e vuole farlo con maggiore sicurezza.

Origini e caratteristiche

Questo tipo di collare ha radici nella cultura leather, dove rappresentava un periodo di osservazione o riflessione.
Era spesso indossato da chi stava entrando nel mondo BDSM per la prima volta, usciva da una relazione complessa e cercava uno spazio protetto, desiderava esplorare senza pressioni.
Esteticamente, il collare di protezione è semplice e privo di anello centrale, a simboleggiare l’assenza di appartenenza. Può riportare le iniziali del Protettore o essere un oggetto discreto, come una catenina o un ciondolo, a seconda dello stile della persona protetta.

Non si indossa per mostrare sottomissione, ma per ricordare — a sé e agli altri — che la propria sicurezza viene prima di tutto.

Conclusione – Cura, guida, fiducia

Il rapporto di protezione, e il collare che lo rappresenta, non è un passaggio obbligato nel percorso BDSM. Ma è una possibilità concreta, preziosa e profondamente umana per chiunque senta il bisogno di avere accanto qualcuno che vegli, sostenga, ascolti.

È un legame che non si fonda sul controllo né sull’obbedienza cieca, ma sulla costruzione condivisa di fiducia, chiarezza e consapevolezza.
Non mira al possesso, ma alla libertà.
Non nasce dal bisogno di potere, ma dal desiderio di prendersi cura — con presenza, con rispetto, con intenzione.

Chi ha vissuto una protezione racconta spesso di aver guadagnato molto più di tecniche o strumenti: ha imparato a dare nome ai propri limiti, a riconoscere i segnali del proprio corpo, a dire “no” con sicurezza e a negoziare “sì” con lucidità.

E per chi veste i panni del Protettore, la ricompensa non è nel comando, ma nella responsabilità assunta verso la crescita altrui: un gesto silenzioso, che accompagna, sorregge e poi — quando è il momento — lascia andare.

In fondo, proteggere è custodire l’altro mentre si scopre, senza ingabbiarlo, senza fermarlo.
Un atto di presenza che non chiede nulla in cambio, se non il privilegio di esserci, finché serve.

Link :

Affita il koguma dojo

Instagram :

https://www.instagram.com/maestrobd2

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prenota le tue lezioni adesso!

Sul nostro Shop trovi il calendario di tutti gli appuntamenti, scegli le tue date preferite e prenota!

BDSM Shop online

Solo gli strumenti migliori, selezionati nei miei viaggi e provati personalmente, l’abbigliamento, i libri e i kit preparati per ogni livello di appartennenza.
ACQUISTA

Il Canale Youtube di MaestroBD

Davide La greca, divulgazione e informazione Shibari e BDSM

I più letti

Categorie

Post correlati

Relazioni Dominazione/sottomissione a distanza:

guida pratica e consapevole. Relazioni Dominazione/sottomissione a distanza: Le relazioni a distanza sono impegnative di per sé. Quando includono una dinamica di Dominazione e sottomissione (D/s), richiedono ancora più attenzione,

Rapporto di protezione e collare di protezione

Introduzione Abbiamo già esplorato in precedenza il significato dei collari e il valore della considerazione all’interno delle relazioni BDSM. Ora è il momento di addentrarci in una dimensione più specifica

Il Buon sadico

Fetlife non e’ solo un buon sito dove pubblicare foto amatoriali ma un buon posto dove fare e trovare divulgazione. Qualche giorno fa’ mi e’ stato segnato questo scritto in