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Dominazione dal Basso “ Topping from the bottom “

1. Cos’è la dominazione dal basso (Topping from the Bottom)

La “dominazione dal basso” – nota nella terminologia anglosassone come topping from the bottom – è una dinamica relazionale complessa, spesso fraintesa all’interno della comunità BDSM.
Viene generalmente descritta come una situazione in cui il partner sottomesso esercita, in modo diretto o indiretto, una forma di controllo sul partner dominante, influenzandone decisioni, modalità o intenzioni.

In molti contesti viene considerata un errore o una devianza del ruolo sottomesso, qualcosa da correggere o evitare. Ma la realtà è più articolata.

Non tutta la dominazione dal basso è negativa. Esistono infatti situazioni in cui questa dinamica è consapevole, concordata e persino utile: basti pensare a contesti di apprendimento, a giochi di resistenza o provocazione, o a scenari in cui la persona sottomessa contribuisce attivamente alla costruzione dell’intensità erotica.

Il problema emerge quando il comportamento non è negoziato, quando viola gli accordi relazionali o quando diventa strumento manipolativo per ottenere vantaggi personali, alterando gli equilibri e minando la fiducia.

Per questo è essenziale riconoscere, comprendere e distinguere le diverse forme che il topping from the bottom può assumere, evitando semplificazioni o giudizi sommari.

2. Quando è consensuale, utile e desiderata

Non tutte le forme di topping from the bottom sono problematiche. Al contrario, in molti contesti può rappresentare una risorsa preziosa per la relazione D/s, quando avviene nel rispetto del consenso, della comunicazione e dei ruoli negoziati.

Esistono infatti momenti in cui la persona sottomessa contribuisce attivamente al gioco o alla dinamica, fornendo indicazioni, suggerimenti o creando tensione narrativa, sempre in modo esplicito e concordato. In questi casi, la dominazione dal basso può diventare parte integrante del patto relazionale e persino una modalità erotica strutturata.

Questi sono alcuni esempi di dominazione dal basso consensuale:

  • Situazioni di apprendimento: un sottomesso esperto può guidare un dominante alle prime armi in alcune pratiche tecniche o nella gestione emotiva del ruolo, sempre su richiesta e con accordo esplicito.
  • Giochi provocatori e teatrali: resistenza, disobbedienza giocosa, sfida ironica o linguaggio irriverente possono rientrare in un copione condiviso, come vedremo nei modelli di bratting o resistence play.
  • Scambi brevi e non strutturati: in alcune scene, ad esempio tra top e bottom non in relazione continuativa, il bottom può condurre momentaneamente il gioco fornendo indicazioni specifiche, come accade nel service topping.

In tutti questi casi, il potere viene costruito a partire dalla complicità, e non imposto unilateralmente. Il Dominante resta tale, ma si apre a un dialogo che valorizza l’autenticità e la partecipazione del partner sottomesso, senza perdere la centralità del proprio ruolo.

3. Quando è manipolativa e tossica

La dominazione dal basso diventa un problema quando non è negoziata, quando viene esercitata in modo implicito, strategico o manipolatorio, e quando serve a spostare il controllo della relazione senza consenso o trasparenza.

In queste situazioni, la persona sottomessa non sta giocando un ruolo attivo all’interno di un copione condiviso, ma cerca di modificare le decisioni del proprio Dominante per ottenere ciò che desidera, senza dichiararlo apertamente. Questo tipo di comportamento mina la fiducia, disorienta la gestione della scena o della relazione, e può trasformarsi in una forma di abuso emotivo sottile.

Alcuni segnali tipici includono:

  • contestazioni continue delle decisioni del Dominante;
  • uso strumentale del disagio o della fragilità per ottenere cambiamenti;
  • rifiuto sistematico del contatto o delle regole stabilite;
  • atteggiamenti ambigui che fanno leva sul senso di colpa del Dominante.

Quando il comportamento è reiterato, non viene discusso apertamente e serve ad alterare l’equilibrio relazionale senza assumersene la responsabilità, si entra in una dinamica disfunzionale, che può diventare tossica per entrambi i partner.

È importante chiarire che non tutte le forme di difficoltà, esitazione o paura sono manipolatorie: molte volte si tratta di fragilità, insicurezze o esperienze pregresse che possono essere accolte e trasformate attraverso la comunicazione.
Ma proprio per questo è fondamentale imparare a distinguere i segnali, leggere il contesto e mantenere un dialogo continuo, capace di correggere, contenere e rafforzare la relazione.

4. I modelli funzionali di dominazione dal basso

All’interno del BDSM esistono numerose pratiche in cui la dominazione dal basso è non solo accettata, ma strutturata e valorizzata. Queste dinamiche, se consensuali, sicure e ben negoziate, permettono di esplorare forme di potere fluido, reversibile, profondamente erotico e spesso molto creativo.

Vediamone quattro modelli principali:

4.1. Service Top

In questo scenario, il Dominante agisce per soddisfare i desideri e le fantasie del bottom, seguendo indicazioni chiare e condivise. La scena è spesso guidata dal bottom, che fornisce una sorta di “mappa erotica”, mentre il Dominante traduce queste indicazioni in atti dominanti.
È una dinamica comune in contesti non relazionali o in giochi occasionali, dove l’obiettivo è offrire piacere con efficienza, attenzione e precisione.

Il Dominante non si sottomette, ma si mette al servizio del godimento del bottom, con consapevolezza e autorità.

4.2. Resistance Play (gioco della resistenza)

Qui il cuore del gioco è il conflitto: la lotta, la fuga, la disobbedienza fisica e verbale. Il Dominante domina nonostante l’opposizione, e il bottom “resiste” come parte attiva della scena. Scene di rapimento, tortura erotica o sottomissione forzata (tutte rigorosamente consensuali) si basano su questa dialettica.

La resistenza non è un ostacolo, ma un carburante. Più scappi, più ti imprigiono; più ti opponi, più ti prendo.

Il controllo è distribuito: il bottom stimola il Dominante attraverso il contrasto, e il Dominante lo raccoglie e lo trasforma in intensità.

4.3. Bratting

Forse la forma più nota di dominazione dal basso, il bratting si fonda su provocazione, disobbedienza teatrale, sarcasmo e sfida. Il bottom stuzzica il Dominante, cerca punizioni, reclama attenzione.

È una danza relazionale, dove la sfida è il preludio alla riconferma del potere.

Ma funziona solo se il Dominante è disposto a giocare: può raccogliere la sfida, punire, ignorare o dettare nuove regole. Il bratting, se ben gestito, alimenta la complicità, l’energia erotica e la vitalità della relazione.

4.4. Apprendimento e workshop

In contesti didattici o di esercitazione, è frequente che un bottom più esperto dia indicazioni tecniche a un Dominante in formazione. L’intento non è dominare, ma prevenire rischi, favorire la crescita, rafforzare la fiducia reciproca.

Il potere resta in capo al Dominante, ma si crea un canale temporaneo e concordato di supporto dal basso.

Queste situazioni non alterano la gerarchia, ma la rendono più solida, proprio perché basata su rispetto e collaborazione.

5. Le forme disfunzionali di dominazione dal basso

Non sempre chi pratica dominazione dal basso ha intenzioni manipolative o malevole. In molti casi si tratta di confusione, fragilità, inesperienza o paura del confronto.
Ma è importante distinguere le forme funzionali da quelle che rischiano di compromettere la relazione D/s, trasformandola in una dinamica disallineata, ambigua o tossica.

Ecco le quattro principali forme disfunzionali:

5.1. Dominazione accidentale

Nessuno è perfetto. Capita, talvolta, che una persona sottomessa agisca in modo poco coerente con il proprio ruolo, per paura, insicurezza o tensione emotiva.
Un “no” detto con troppa leggerezza, una resistenza non comunicata, una reazione evitante possono essere segnali di disagio, non tentativi di controllo.

Un buon Dominante sa riconoscere questi segnali, accoglierli, e intervenire con empatia, fermezza e chiarezza.

Questi episodi non vanno puniti né ignorati, ma compresi e discussi in momenti di confronto autentico.

5.2. Manipolazione relazionale

Qui la dominazione dal basso si trasforma in una forma vera e propria di controllo, spesso alimentata da senso di colpa, ambiguità e pretese implicite.

  • Il bottom critica le scelte del Dominante mascherandole da suggerimenti.
  • Ricorre a crisi emotive o silenzi per ottenere cambiamenti.
  • Usa la posizione sottomessa come scudo per evitare responsabilità.

Non è più uno scambio, ma un gioco di potere mal dissimulato, dove il Dominante è privato del proprio ruolo senza possibilità di confronto reale.

5.3. Bottoming at someone

Si tratta di un comportamento invasivo e scorretto, molto diffuso in ambienti online: un soggetto si propone come sottomesso a una persona sconosciuta, usando linguaggio reverente o servile senza che ci sia stato alcun consenso o intesa.

È il classico messaggio privato: “Sono ai tuoi piedi, Dea. Fammi tuo schiavo.”

Questo tipo di approccio viola i confini altrui e impone unilateralmente una fantasia personale, mascherata da umiltà. È una forma di abuso comunicativo, non di gioco erotico.

5.4. Bad Faith Bottoming

Il bad faith bottoming si verifica quando il ruolo di sottomesso viene scelto per evitare responsabilità, usando la posizione per manipolare e controllare indirettamente la relazione.

  • “Tu sei il Dominante, quindi è colpa tua.”
  • “Io non posso aver sbagliato, ho solo obbedito.”
  • “Non decido io, quindi non mi riguarda.”

In realtà, si tratta di un meccanismo difensivo e manipolativo, che svuota il rapporto di reciprocità e blocca ogni forma di crescita.

La vera sottomissione richiede forza, responsabilità e capacità di affidarsi. Il bad faith bottoming è il contrario: si nasconde dietro il ruolo per evitare il confronto.

6. Power Bottom: la forza consapevole nella sottomissione

All’interno del BDSM, si parla di power bottom per descrivere una persona sottomessa che vive il proprio ruolo in modo attivo, maturo e consapevole.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la forza di un bottom non è in contrasto con la sua sottomissione: è parte integrante del suo potere erotico e relazionale.

Il power bottom non comanda: sceglie, costruisce, coopera.
Non impone: propone, partecipa, si affida con lucidità.

Essere un power bottom significa:

  • conoscere se stessə e i propri limiti;
  • scegliere attivamente di sottomettersi;
  • contribuire alla qualità della scena o della relazione attraverso comunicazione, presenza e dedizione;
  • esercitare controllo su di sé, non sull’altro.

Power Bottom vs Topping from the Bottom

ConcettoPower BottomTopping from the Bottom
ConsensualitàEsplicita, negoziataSpesso implicita o assente
ControlloSu di sé e sull’esperienza personaleNon negoziato sull’altro
RuoloResta bottom, assertivə e responsabileTenta di guidare o correggere il Dominante
PercezioneValorizzato e funzionaleSpesso visto come comportamento scorretto

Power Bottom vs Bad Faith Bottom

AspettoPower BottomBad Faith Bottom
ConsensoEsplicito e responsabileAggirato o usato strategicamente
Gestione del potereAffermata con chiarezza e fiduciaEsercitata in modo indiretto e ambiguo
Etica relazionaleBasata su cooperazione e rispettoBasata su colpa, manipolazione, deresponsabilizzazione
ObiettivoNutrire la relazioneEvitare responsabilità, controllare indirettamente

Essere un power bottom non significa essere passivə o remissivə. Significa, al contrario, abitare il proprio ruolo con presenza, portando valore, intensità e profondità alla dinamica D/s.
È una forma evoluta di sottomissione, capace di rafforzare il Dominante senza indebolirsi, di sostenere la scena senza dominarla.

7. Comportamenti tipici della dominazione dal basso negativa

Riconoscere le forme disfunzionali di topping from the bottom è essenziale per mantenere la chiarezza dei ruoli e la salute relazionale.
Non si tratta di fare la “caccia agli errori”, ma di sviluppare consapevolezza: quando un comportamento mina l’autorità del Dominante senza consenso, è importante fermarsi, osservare e confrontarsi.

Ecco alcuni esempi ricorrenti:

Contraddire sistematicamente il Dominante

Quando ogni decisione viene messa in discussione, anche dopo una negoziazione chiara, si crea uno scenario di contestazione costante.
Non si tratta di dialogo, ma di resistenza non dichiarata.

Es. “Sì, ma secondo me non è la cosa giusta”, ripetuto anche dopo che è stata presa una decisione condivisa.

Fingere di non aver sentito o ignorare un comando

Il Dominante dà un’indicazione, ma il bottom rimanda, devia o fa finta di nulla, senza spiegazioni.
Questo crea una frizione passiva-aggressiva e un messaggio implicito: decido io se e quando eseguire.

Es. “Lo faccio tra un minuto” mentre continua a scrollare il telefono.

Pretendere un compenso per ogni azione

La sottomissione non è uno scambio economico o paritario.
Aspettarsi una “ricompensa” per ogni compito eseguito snatura il senso del servizio e del dono consensuale.

Es. “Ho fatto questo per te, quindi ora mi devi…”

Sottrarsi al contatto fisico senza comunicare

Se ci si ritira dal contatto senza spiegazione né confronto, si impone un limite unilaterale, negando al Dominante la possibilità di comprendere e prendersi cura.

Es. evitare il tocco o l’intimità fisica in silenzio, senza dichiarare disagio o bisogno.

Abusare della parola “no”

Il “no” è sacro, ma se viene usato non per protezione ma per convenienza o controllo, perde valore.
Un “no” usato come leva o ritorsione è una forma sottile di dominazione.

Es. rifiutare regolarmente compiti leggeri o richieste emotive entro i limiti pattuiti, per sabotare la dinamica.

Questi comportamenti, se occasionali, possono segnalare stanchezza o disallineamento temporaneo.
Ma se diventano frequenti, opachi o strategici, vanno affrontati con fermezza e dialogo, prima che erodano il rispetto e la fiducia reciproca.

8. Rafforzare la relazione senza dominare: il potere del bottom consapevole

Essere sottomessə non significa restare inerte, né aspettarsi che il Dominante faccia tutto. Al contrario: una relazione D/s sana si fonda su partecipazione attiva, dedizione e responsabilità reciproca.

Il modo migliore per evitare scivolamenti nella dominazione dal basso è trovare vie di espressione della propria volontà e desiderio all’interno del ruolo, senza bisogno di manipolare o controllare.

Ecco alcune modalità concrete per esercitare una sottomissione forte, vitale e relazionale:

Azioni che rafforzano la connessione

  • Mostrare crescita: imparare nuove cose per il Dominante e condividere i propri progressi.
  • Offrire supporto emotivo: chiedere come poter essere utili nelle difficoltà, o chiedere consiglio in situazioni complesse.
  • Suggerire momenti di gioco: portare spontaneamente oggetti o idee che stimolino il Dominante, come offrire un giocattolo preferito o proporre un gioco.
  • Sorprendere con gesti di cura: organizzare qualcosa che piaccia al Dominante, anche piccolo, per mostrargli attenzione.
  • Esprimere gratitudine: ringraziare per i gesti, le attenzioni, le scene. Il feedback positivo è nutriente.

Comportamenti relazionali costruttivi

  • Comunicare limiti e disagio con chiarezza: senza aspettare che diventino attriti o silenzi.
  • Parlare dopo le scene: confrontarsi su ciò che è andato bene e su ciò che può essere migliorato.
  • Rappresentare il Dominante con dignità: mantenere un comportamento rispettoso in pubblico, specie nei contesti comunitari.
  • Onorare i rituali: ricordarsi e rispettare i piccoli gesti simbolici creati insieme.
  • Chiedere momenti di connessione esclusiva: dedicare del tempo per nutrire il legame, lontano dalle distrazioni.

9. Conclusione – Tra desiderio, potere e responsabilità

La dominazione dal basso non è un errore da correggere a priori, né un vizio da reprimere. È un fenomeno complesso, che può assumere molte forme: alcune giocose e consapevoli, altre inconsapevoli, altre ancora profondamente disfunzionali.

Nel BDSM, ciò che distingue il gioco dal disordine, l’erotismo dal disallineamento, è il consenso.
Non basta un ruolo per stabilire il potere: serve trasparenza, comunicazione, etica condivisa.

Una relazione D/s solida non si misura nella rigidità dei ruoli, ma nella capacità di sostenere il patto di fiducia reciproca anche nei momenti critici.
Riconoscere la dominazione dal basso quando è utile, e intervenire quando diventa tossica, è un segno di maturità, non di debolezza.

Chi si sottomette con coraggio e intelligenza costruisce potere.
Chi domina con ascolto e fermezza costruisce fiducia.

E solo lì, tra vulnerabilità e presenza, tra azione e abbandono, si trova l’autentica intensità del BDSM vissuto con consapevolezza.

Un bottom consapevole non attende passivamente né cerca di comandare.
Si propone, si affida, costruisce.
Mantiene vivo il potere del Dominante anche quando non è lui a parlare per primo.

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